di Ambra Sansolini
Introduzione
Ogni giorno la nostra Magistratura ci mostra chiaramente come la Giustizia in Italia non esista. E insieme a questa tragica realtà, i media veicolano messaggi sbagliati, parlando spesso di “raptus”, della fine del rapporto o di gelosia. La verità è che non esistono attenuanti a un femminicidio. L’informazione, quella vera e onesta, dovrebbe formare le menti e le persone, anziché seguire la fiumana. Se continuano a passare certi contenuti, finiremo per considerare normale una reazione violenta al chiudersi della relazione, giustificheremo la gelosia morbosa e negheremo alle donne la possibilità di salvarsi. In effetti, considerando il tragico epilogo come un gesto improvviso e incontrollato, si dà per scontato che l’assassino non abbia manifestato alcun cenno di squilibrio e quindi la vittima non sarebbe potuta scappare in alcun modo al suo atroce destino. E invece no: la violenza non nasce per caso, non riguarda chiunque. È possibile individuarla e quindi uscirne.
Sembra quasi sia più normale comprendere il carnefice che la preda, in virtù di un’idea comune per la quale bisogna recuperare il soggetto maltrattante, anziché tutelare chi ha subìto le sue atroci azioni.
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