Dalle stelle alle tenebre
Sono bastati novanta minuti alla Lazio per passare dalle stelle alle tenebre. Dopo le quattro vittorie consecutive in campionato, i biancocelesti si sono arresi all’Inter di Inzaghi, senza entrare mai in partita. Una squadra impalpabile, senza personalità, né idee. Solo un atteggiamento psicologico o un problema tattico?
L’Inter ha vinto a mani basse
Gli undici di Sarri hanno sofferto la superiorità numerica dei neroazzurri a centrocampo e in particolar modo il pressing alto degli esterni. Del fuoco di Felipe Anderson solo una flebile fiammella e Pedro ancora troppo nervoso in campo, al di sotto di ogni aspettativa. La superiorità dell’Inter è evidente, ma lo stato di grazia con il quale ha condotto la gara è l’effetto di una Lazio confusa e rassegnata in partenza.
La Lazio può competere con le big?
Certamente, hanno avuto il loro peso anche le dichiarazioni prepartita di mister Sarri, dalle quali è trapelato quasi un disinteresse per la Supercoppa Italiana. O più semplicemente, il tecnico toscano è stato consapevole fin da subito che la sua squadra non avrebbe potuto giocarsela con le big: Inter, Juve e Milan. Se così fosse, spetterebbe alla Società mettere in atto un mercato all’altezza delle competizioni. Il club capitolino arriva a un passo dal salto e poi ricade giù. Continua ad affacciarsi a orizzonti troppo lontani, senza mai esserne protagonista.
The show must go on
Si tratta di una questione di obiettivi, ammesso che a monte vi siano. Restano ancora in ballo gli ottavi di finale in Champions contro il Bayern Monaco e la semifinale di Coppa Italia contro la Juventus. Due occasioni, almeno, per provare a vincere o solo due gradini per carambolare ancora più in basso e tornare a sperare nel quarto posto in campionato? “The show must go on” cantava il grande Freddie Mercury, ma a questo “spettacolo”, che di spettacolare ha ben poco, assistiamo da ormai quasi venti anni.
L’importanza di tornare a sognare
Il popolo laziale merita di tornare a sognare: alcuni hanno smesso da tempo, altri ci provano ancora e vengono puntualmente delusi. Possiamo solo augurarci che l’aquila torni a volare sulle vette più alte, regina di quello spazio infinito tra cielo e terra.