Articolo tratto dall’Associazione Olafa
Introduzione
Sono ormai innumerevoli a Torino i casi in cui le donne, vittime di violenze, subiscono le umiliazioni e le discriminazioni proprio dalle Istituzioni. È quanto sta accadendo alla Dr.ssa Olga Chernikova, la madre di Alessandro Digiorgio. Il tribunale per i Minorenni della città piemontese ha arrecato un danno enorme a questo bambino, vittima delle torture e dei maltrattamenti da parte del padre e precedentemente da parte degli educatori della comunità “Altalena”. Un oltraggio alla Giustizia italiana e allo Stato. Ogni magistrato dovrebbe essere chiamato a rispondere con coerenza ai reati, applicando le norme adattabili a ogni altro cittadino e quelle inerenti alla qualità di pubblico ufficiale per le fattispecie delittuose, compiute nell’esercizio delle funzioni.
Un sistema che tortura donne e bambini
La madre del bambino non può chiedere a suo figlio spiegazioni circa le ferite che lo stesso riporta, perché le domande creano imbarazzo al minore, ormai nelle mani dell’Autorità Giudiziaria. Inoltre, il Tribunale minorile risulta incompetente per essere intervenuto nella pendenza di tale procedimento, instaurato presso il Tribunale Ordinario di Torino. Pertanto la competenza, ai sensi del novellato articolo 38 disposizioni per l’attuazione del codice civile, integralmente applicabile ratione temporis alla fattispecie, deve essere radicata davanti al Tribunale Ordinario.
In realtà Alessandro, come tutti i bambini che subiscono violenza, ha paura e vergogna. Dovrebbe essere aiutato dai professionisti in questione a esprimere ciò che subisce. E invece i magistrati, nel potere illimitato che gli è conferito, non vogliono rispondere a nessuno né subire l’imbarazzo di rendere conto delle loro azioni. Una manifestazione di banditismo giudiziario, senza alcuna remora morale, che si attua compiendo ulteriore violenza sulla violenza.
Quando le prove degli abusi non bastano
Non hanno avuto alcun esito le denunce per i visibili segni dei maltrattamenti, presentate dalla Sig.ra Chernikova. A nulla è valso il referto di pronto soccorso e la dichiarazione stessa del minore, il quale indicava il padre come autore delle percosse. È caduta nel dimenticatoio anche la relazione delle maestre, testimoni oculari dei segni di violenza sul corpo dell’alunno. In altra circostanza, un ragazzo che in precedenza era stato presso la Casa Famiglia “Casa Nostra” comunità “Altalena”, sita in Corso Casale 246 a Torino, scriveva una lettera alla polizia, parlando degli abusi cui era sottoposto Alessandro nella su detta struttura.
Cosa fanno i Servizi Sociali?
In tutti questi precedenti aberranti per il bambino, i Servizi Sociali della Circoscrizione V non sono intervenuti per rimediare alla macabra situazione. Hanno invece attaccato la madre, rea-secondo la loro opinione-di preoccuparsi e accertarsi delle violenze subite dal figlio, prestandogli cura e amore. È stato sempre privilegiato il padre, già condannato per violenza domestica e tuttora indagato insieme ai Servizi torinesi.
Ecco l’elenco dei fatti criminosi in materia di MALTRATTAMENTI. La parte offesa indica il minore Alessandro Digiorgio.
Ai sensi dell’art. 335 c.p.p., dal Registro Informatizzato delle Notizie di Reato della Procura della Repubblica di Torino con i dati aggiornati, risulta l’iscrizione del minore in qualità di parte offesa nei procedimenti penali seguenti:
01/01/2016 – CP art. 572
01/01/2017 – CP art. 572
01/06/2017 – CP art. 572
03/07/2017 – CP art. 323
03/07/2017 – CP art. 328
07/08/2017 – CP art. 582 – CP art. 585
10/07/2017 – CP art. 572
17/03/2016 – CP art. 572
19/05/2017 – CP art. 323
19/05/2017 – CP art. 328
23/05/2017 – CP art. 572
24/05/2017 – CP art. 328
Vorrebbero farci credere che a destabilizzare il bambino sia più l’amore materno che le violenze, perpetrate dal padre e dalla Comunità. Va sottolineato che, a seguito di esami medici specifici, la madre risulta essere in uno stato psico-fisico ottimale per svolgere il ruolo genitoriale. Ma è stato messo in evidenza dai magistrati il fatto che la stessa abbia pubblicato notizie, riguardo a questo caso e altri analoghi. Alla luce di tutto ciò, la situazione disumana in cui vive la donna, sembra essere una ritorsione per avere preteso responsabilità e trasparenza dal Comune e dai funzionari torinesi.
Il dramma è che non si tratta di un caso isolato, ma di un crimine legalizzato che lucra sulle lacrime dei bambini, approfittando del disagio di alcune famiglie. Un inferno che è direttamente legato alla violenza sulle donne, punendo coloro che hanno trovato il coraggio di denunciare un partner abusante.
Segretario Generale-Secretary General M.M.N.Sidorkin
Salve a tutti, sono una donna che vive da sola. Non conosco da vicino la specifica questione qui trattata, perchè – fortunatamente – non ho avuto figli con i narcisisti maligni che mi sono capitati. Ma ho vissuto la difficile esperienza dello stalking condominiale ( cioè quando un gruppetto di condomini prende di mira un altro residente al fine di cagionargli dei danni ) e vi assicuro che anche in questi casi l’ esperienza che si vive è altamente lesiva a livello emotivo e personale, e incide su molti aspetti della vita, anche pratici. Calunnie e diffamazione e dispetti più o meno insidiosi ( sempre rigorosamente in assenza di testimoni ), in questi casi sono all’ ordine del giorno, sopratutto quando i soggetti responsabili riescono a portare l’ amministratore condominiale dalla propria parte. Le istituzioni a cui mi sono rivolta hanno sempre banalizzato il problema e ignorato del tutto la possibilità di intervenire attivamente a tutela della mia tranquillità, e alla fine ho dovuto prendere la decisione di andarmene da quel luogo e di vivere altrove, pur di riacquistare un pò di serenità, con tutte le difficoltà che questo ha comportato. I carabinieri a cui una sera mi sono rivolta – perchè spaventata dalle urla e dagli atteggiamenti minacciosi di un mio vicino che era venuto a battermi pugni contro la mia finestra – una volta sul posto mi dissero che mi stavo lamentando inutilmente!.. Ma dove vogliamo andare con forze dell’ “ordine” di questo tipo? Non è giusto che a pagare il prezzo maggiore di certi accadimenti debbano essere sempre le vittime, mentre gli aguzzini la fanno sempre franca! Il nostro sistema-giustizia ha delle lacune enormi, la mancanza di preparazione e di strumenti, da parte degli organismi del settore, è imbarazzante. E ho visto che in Italia storie come la mia sono all’ ordine del giorno. In una società dove a imperare sono la sopraffazione sull’ altro e la totale assenza di considerazione per le istanze altrui, penso proprio che parlare di rapporti sani tra le persone sia sempre più utopistico. Gli epiloghi, come vediamo in molti fatti di cronaca, sono spesso devastanti.
in Italia nei tribunali non viene applicato l’affido condiviso. Sino a quando si scriveranno articoli come questo che vedono vittime solo le donne, Bibbiano è assicurato. Ogni bambino ha il diritto di avere il papà,la mamma e i 4 nonni
Purtroppo, Bibbiano sarà assicurato finché le ingiustizie più grandi verranno fatte nei tribunali, finché ci sarà un profitto dietro la falsa tutela dei minori, finché le famiglie in difficoltà non saranno realmente aiutate. Probabilmente, non ha effettuato una lettura accurata del sito e dei miei scritti (compreso il romanzo). Preferirei che la colpa di certe realtà drammatiche fosse degli articoli come i miei, ma sfortunatamente le comunico che non è così.
In risposta a Sergio da Taranto.
Purtroppo, Bibbiano sarà assicurato finché le ingiustizie più grandi verranno fatte nei tribunali, finché ci sarà un profitto dietro la falsa tutela dei minori, finché le famiglie in difficoltà non saranno realmente aiutate. Probabilmente, non ha effettuato una lettura accurata del sito e dei miei scritti (compreso il romanzo). Preferirei che la colpa di certe realtà drammatiche fosse degli articoli come i miei, ma sfortunatamente le comunico che non è così.