L’Associazione Olafa organizza una manifestazione a Torino

 

Il 20 gennaio 2018 dalle ore 15 alle 20 ci sarà una manifestazione di protesta con corteo, organizzata dall’Associazione Olafa, che partirà dalla stazione Porta Nuova di Torino e attraverserà le strade del centro, fino ad arrivare in Piazza Vittorio Veneto, dove ci fermeremo.

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Un semplice diverbio o violenza psicologica?

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Dove esiste violenza fisica, c’è sicuramente quella psicologica. Ma non viceversa. Pertanto, sono innumerevoli gli ambiti in cui si compie l’abuso psicologico e soprattutto svariate le modalità. Chiunque, nell’arco della propria vita, ha subito questo tipo di vessazione. Dopo avere imparato bene in cosa consiste, rifletteremo su tutte le circostanze che ci hanno visto vittime di una simile aggressione. Solo allora ci renderemo conto che il numero di quegli spiacevoli episodi è enorme. Perché avviene questo? Come mai è un fenomeno sempre più in crescita e ormai diffuso anche tra i giovani? Qual è lo scopo degli autori del maltrattamento? A tali domande risponderemo nelle seguenti righe.

Quali sono i luoghi in cui si perpetra questo abuso?

Ovunque. Più spesso avviene nei posti di lavoro o all’interno di tutti quei gruppi sociali (famiglia, amici etc.) in cui alcuni membri vogliono dominare sugli altri. La ritroviamo persino negli ambienti che si propongono l’elevazione morale e il sostegno delle persone (associazioni culturali, religiose etc.), poiché è più facile nascondere tale forma di violenza sotto propositi edificanti e “buoni”.

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Donne vittime di relazioni pericolose: come uscire dalla spirale della violenza

Su ali di farfalla: il volo dalla violenza alla libertà
Il volo dalla violenza alla libertà

Domani domenica 14 Gennaio 2018 a Nettuno presso l’istituto Scuola paritaria “San Francesco” in via della Liberazione n.35 si terrà un convegno informativo per prevenire relazioni pericolose.

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Un premio per i lettori

 

Un premio per i nostri lettori:

“Leggere racconti significa fare un gioco attraverso il quale si impara a dar senso alla immensità delle cose che sono accadute e accadono e accadranno nel mondo reale. Leggendo romanzi sfuggiamo all’angoscia che ci coglie quando cerchiamo di dire qualcosa di vero sul mondo reale.
Questa è la funzione terapeutica della narrativa e la ragione per cui gli uomini, dagli inizi dell’umanità, raccontano storie. Che è poi la funzione dei miti: dar forma al disordine dell’esperienza”.
(Umberto Eco)

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Presentazione romanzo: “Su ali di farfalla”

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Il romanzo tratta il tema della violenza sulle donne. La vicenda narra una storia realmente accaduta, attraverso la quale vengono indicati gli strumenti per riconoscere i segnali di un rapporto pericoloso e i mezzi per uscirne. L’intera opera si snoda attorno alla metafora degli stadi di sviluppo della farfalla: dal guscio dell’uovo, al bozzolo, per poi giungere alla crisalide e al lepidottero colorato, che vediamo volare liberamente sui prati verdi. Il libro delinea un quadro difficile e duro della realtà, in cui le vittime sono costrette a lottare non solo contro il carnefice, ma contro un intero sistema. Pertanto, si propone anche di denunciare alcune verità, troppo spesso taciute dai mass media. Lo scopo è quello di far capire che esistono innumerevoli modi per uccidere una donna, molti dei quali non prevedono spargimento di sangue. La nostra protagonista, Agnese, è stata uccisa innumerevoli volte, anche da chi avrebbe dovuto difenderla e invece l’ha lasciata nelle mani sadiche del suo aguzzino. Che ruolo hanno le Istituzioni in questa piaga sociale? Come ha fatto la fanciulla a prendere il volo verso la libertà?

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Prima parte

Nella prima parte si parla della vita di Agnese precedente all’incontro con l’abusante, Leonardo. Tutto ciò, perché è importante mettere in evidenza quali siano i tratti principali che attirano questi uomini. Infatti va sottolineato che ci sono alcune donne più predisposte a relazioni pericolose: “sono quelle che amano troppo”. C’è un punto fondamentale su cui riflettere: l’aggancio. Occorre capire quale sia stato l’anello che ha permesso al carnefice di catturare a sé la vittima. Spesso, ci sono fasi della vita, in cui una persona magari è più fragile ed è proprio in quelle debolezze che va a insinuarsi il “predatore sociale”. Mostrare le proprie ferite può esporre a situazioni simili, perché gli squali, si sa, sono attirati dal sangue. Nessuno arriva dicendoti “ciao sono un mostro”, altrimenti sarebbe facile sfuggirgli. Arriva invece vestito dei tuoi sogni e desideri, indossando ciò di cui hai più bisogno. Si traveste da salvatore o all’opposto da colui che deve essere salvato. Infatti, è attraverso una sagace finzione che il soggetto violento getta la rete per la trappola. Pertanto, uno dei traumi più grandi per la donna è scoprire come la storia d’amore per la quale si è lasciata distruggere, in verità, non sia mai esistita.

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Intervista per Radio Radio 104.5

 

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Auguri per un 2018 senza violenza

 

di Ambra Sansolini

E anche il 2017 è giunto al capolinea. Potremmo tirare le somme ed esprimere, in cifre, le donne uccise in ambito familiare. Ma ci sembra riduttivo e freddo sintetizzare tutto in semplici numeri. Contare i femminicidi non è come infilare le palline colorate sull’abaco.

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Auguri di Natale: regaliamoci la Libertà dalle violenze

 

di Ambra Sansolini

 

Ed è arrivato un altro Natale,che molte donne vivranno ancora tra le violenze del loro carnefice. Non dimentichiamo infatti, che questo giorno di Pace e Amore, viene usato dall’uomo maltrattante per provocare ulteriore sofferenza nella vittima: ciò avviene nei più svariati modi, che vanno dalle percosse fisiche, fino alla più subdola violenza psicologica. Pertanto che sia il primo, il decimo o il trentesimo Natale vissuto così, facciamoci il regalo di essere finalmente libere e serene.

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Il diritto dei minori comincia con il diritto ad avere una famiglia e a vivere in famiglia

 

di Ambra Sansolini

 

Il 21 Dicembre, presso la sala Nilde Iotti di Palazzo Theodoli Bianchelli a Roma, si è tenuta una conferenza con gli addetti ai lavori e non, per trattare il tema del diritto dei minori di crescere in famiglia. Lo scopo di questa che è stata una delle tante iniziative, è quello di mettere fine alla drastica ed inconcepibile separazione dei figli dai genitori biologici. L’incontro è stato presieduto dall’Onorevole dell’Udc, Paola Binetti, molto vicina a questo tema, che lo scorso 15 Novembre ha presentato una mozione per arginare la drammatica situazione. Tra i relatori hanno preso parte anche il Direttore dell’Associazione nazionale familiaristi italiani, Massimo Rosselli del Turco e l’Avvocato Carlo Priolo, esperto in allontanamento dei minori.

Introduzione

In Italia ci sono circa 40000 bambini nelle case famiglia, rispetto alla media europea che si aggira attorno ai 6000. Questo dato la dice già lunga circa un fenomeno complesso, che come espresso dalla deputata Binetti nell’ultima mozione presentata alla Camera, crea «sacche di sofferenza del tutto estranee al dettato originale della norma».
Come mai nel nostro Paese, c’è questo numero spropositato di minori, inseriti nelle suddette strutture? Cosa si nasconde sotto quest’atroce macchina che separa i figli dai genitori, privando gli uni e gli altri di un diritto fondamentale, che è quello di avere una famiglia? Secondo quali criteri avviene tutto ciò? Esistono delle normative in merito?

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La comunicazione paradossale

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

Come comunica l’uomo maltrattante? In modo paradossale e assurdo. Si tratta di una forma subdola di violenza e manipolazione, attuata nella fase iniziale del rapporto e dopo la separazione o il divorzio, nel caso in cui vi siano figli in comune. Lascia segni permanenti nella vittima, che si sente intrappolata in dialoghi privi di senso e senza uscita.

La corda

Arriva un punto in cui la relazione idilliaca dei primi tempi, con le parole romantiche e le promesse d’amore, lascia spazio a frasi incomprensibili, taglienti come lame. L’aguzzino soffoca così la donna, come se le mettesse attorno al collo una corda. Questa inizia a interrogarsi sulla propria capacità comunicativa, poiché i messaggi che veicola al partner, non vengono recepiti. Ad aggravare tutto ciò, subentra poi la proiezione del senso di colpa, fatta sadicamente dall’abusante per destabilizzare ancora di più la compagna o moglie. In fondo la comunicazione è alla base di ogni rapporto umano, ma rappresenta il primo ingrediente che manca all’interno di situazioni in cui vige un modello dominante. Diventa per l’aguzzino il mezzo principale attraverso cui distrugge l’autostima dell’altra persona.

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