La violenza si attacca prepotentemente ai nostri fantasmi interiori e dunque diventa un’opportunità per sconfiggerli.
Leggi tutto “La violenza e quei fantasmi interiori da combattere”
La passione per la Lazio, unita al contrasto della violenza sulle donne
La violenza si attacca prepotentemente ai nostri fantasmi interiori e dunque diventa un’opportunità per sconfiggerli.
Leggi tutto “La violenza e quei fantasmi interiori da combattere”
di Ambra Sansolini
Quanto è facile fare i bulli dietro allo schermo di un PC o di un cellulare? Il cyberbullismo è una delle manifestazioni, insieme alla violenza sulle donne, di una società narcisistica e piena di frustrazioni, nella quale soverchiare l’altro fa sentire forti e sicuri. Solitamente il fenomeno riguarda i giovani e i giovanissimi anche preadolescenziali eppure non lascia indenne il mondo degli adulti, dove si nasconde non di rado qualche vigliacco del web.
Come per tutte le forme di violenza, non esistono motivi o giustificazioni capaci di spiegare certi atteggiamenti. Il più delle volte l’autore del misfatto non conosce l’individuo bersaglio. Si tratta di accanimenti che avvengono per invidia, gelosia o semplicemente per il piacere di arrecare sofferenza a qualcuno. Pertanto, bisogna soffermarsi sul profilo dell’offender.
Certamente il fatto di non esporsi fisicamente ma di restare dietro lo schermo, facilita l’azione del predatore. Purtroppo, ancora si pensa erroneamente che il web sia il luogo dove tutto è possibile. Il paese dell’anonimato. E invece in nessun altro posto resta traccia di ogni mossa come sulla rete Internet. Qualsiasi operazione viene impressa e tradotta in codici specifici indelebili.
Leggi tutto “I bulli del web: una violenza virtuale e atrocemente reale”
- La violenza economica, insieme a quella psicologica, è la forma più diffusa di violenza. Eppure, è la meno conosciuta, a causa di alcuni luoghi comuni che proteggono gli abusanti. In grado di annullare l’identità delle vittime, permette al carnefice di attuare il piano di distruzione in maniera lenta ma incisiva. La sfera di azione dell’aguzzino può essere ampiamente limitata dalla Legge, che qualora riesce a essere incisiva, punisce gli atti delittuosi dell’aguzzino.
Leggi tutto “La violenza economica: la più diffusa e la meno conosciuta”
Dal romanzo “Su ali di farfalla”. Temporeggiare in una relazione tossica espone la donna a molti pericoli.
Leggi tutto “Donne che amano troppo e la trappola della violenza”
di Ambra Sansolini
Ormai abbiamo ampiamente analizzato i tratti della personalità del carnefice. Da questi approfondimenti, è stato possibile capire che un narcisista perverso o uno psicopatico recita costantemente una parte. È un attore nato e ciò gli permette, all’inizio della relazione, di ingannare la partner e successivamente di attuare il piano di distruzione ai danni della stessa, fingendo la parte della vittima. Un essere simile mente sempre e ripetutamente: lo fa per nascondere i suoi adulteri, per sfruttare economicamente e moralmente chiunque abbia accanto. Dice bugie con il sadico obiettivo di alterare le percezioni della compagna o moglie, onde poi farla passare per pazza.
Ma c’è un luogo in cui egli dà vita alla più grande recita narcisistica: il tribunale.
Ci verrebbe spontaneo pensare che un soggetto imputato per maltrattamenti in famiglia o stalking viva il regno delle toghe con timore e angoscia. Invece no. Il suo delirio di onnipotenza lo induce a sfidare persino la Legge, della quale si sente superiore.
Leggi tutto “Il carnefice e il tribunale: il suo palcoscenico preferito”
Oggi non mi limito a scrivere un articolo e voglio spogliarmi dei panni di giornalista per sentirmi pienamente una di voi. Lo scritto che state per leggere, pertanto, è una lettera aperta di una donna vittima di violenza. Anche quando mi dedico a pezzi specifici, vivo ogni dramma di cui parlo e non mi limito mai a fare cronaca o informare. La capacità d’immedesimazione è il dono più grande che ha uno scrittore, così come molte altre persone e sicuramente tutte le vittime di un uomo violento. Spesso, abbiamo chiamato tale splendida virtù con il termine empatia. Penso che questa stessa sia la più grande risorsa di ogni individuo, ciò che ci rende splendidamente umani. Eppure è una dote che il carnefice non possiede. Numerose volte, nel nostro blog, ci siamo soffermati sui tratti dell’abusante, perché conoscere il suo profilo può aiutare le donne a salvarsi.
In questa lettera, però, voglio concentrarmi su di voi: ardenti sognatrici, madri amorevoli e guerriere instancabili.
di Ambra Sansolini
Nel precedente articolo abbiamo intervistato ancora una volta Agnese, la protagonista del romanzo “Su ali di farfalla”. Attraverso la sua testimonianza, siamo venuti a conoscenza di alcuni particolari della violenza sulle donne, mai evidenziati dai mass media. Riteniamo pertanto che l’informazione precisa e cristallina su questa tragica realtà sia uno dei passi più importanti per scardinare alcuni pregiudizi sociali e luoghi comuni. Questi ultimi, pur facendo da contorno all’azione malevola del carnefice, in verità poi arrivano ad avere un ruolo centrale nella questione. L’aguzzino infatti trae forza nel perpetrare i soprusi, facendo leva su una serie di preconcetti che regnano tra la gente. Liberare le persone da tali catene mentali, significa quindi complicare il piano di distruzione ideato dall’uomo violento.
Alla luce di tutto ciò, appare chiaro come la violenza sulle donne riguardi ciascuno di noi con un margine di responsabilità ampio, sul quale dobbiamo iniziare a riflettere.
di Ambra Sansolini
Cosa accade quando il carnefice si sente un boss e crea una specie di banda per distruggere la vittima?
Nell’accezione comune il reato di stalking o atti persecutori prevede appostamenti del carnefice presso l’abitazione, la sede di lavoro o i luoghi frequentati dalla vittima. Ma esiste una forma atipica di questo crimine, che si attua quando a pedinare non è direttamente lo stalker, ma amici, conoscenti o familiari dello stesso. Sicuramente meno frequente del caso più comune, soprattutto perché non è facile trovare qualcuno che sia disposto a rischiare per un’azione illecita, voluta da un altro. Quindi, in che maniera l’uomo violento riesce a trovare dei “collaboratori”? Solitamente si tratta di un soggetto già inserito nella vita criminale o comunque di un antisociale, ossia di un individuo pericoloso per chiunque. Spesso, il reclutamento dei complici avviene dietro compenso pecuniario o scambi di favori inerenti ad attività delittuose già avviate. Va ricordato che quasi sempre l’abusante è un narcisista perverso o uno psicopatico e pertanto tutte le sue relazioni interpersonali sono prive di critica e dissensi. Nessuno può osare contraddirlo e la formula con la quale vive è “o con me o contro di me”. Da ciò ne segue il totale assoggettamento di tutti coloro che sono riconosciuti come amici o con i quali stringe qualsiasi tipo di legame. Ecco spiegata la facilità con cui arriva ad avere dei complici, disposti a tutto pur di servire il loro “re”. Si tratta di persone affette dal suo stesso disturbo di personalità oppure di vittime, incapaci di ribellarsi. A quest’ultima categoria appartengono quelle che gli specialisti definiscono “scimmie alate”.
Leggi tutto “Le gomme dure: una banda a servizio del carnefice”
di Ambra Sansolini
La violenza sulle donne sta diventando un’emergenza nazionale, sotto la quale si nasconde una guerra di potere. Sorgono centri antiviolenza come margherite nei prati a maggio, se ne parla tanto ma fatti zero. Tutti i politici sui loro profili social postano frasi strappalacrime con le quali esprimono il loro rammarico verso la tragica situazione. Si organizzano fiaccolate in memoria delle vittime brutalmente uccise. A ciò seguono i “poverina” e le varie frasi comuni, farcite di commiserazione e buonismo. Femminicidio, lacrime da coccodrillo da parte delle Istituzioni, qualche programma TV per fare audience e poi l’episodio cade nel dimenticatoio. E la spirale perversa riprende, più potente di prima. Dopo qualche giorno sarà la volta di un’altra donna e di nuovo via con lo show. Poiché di spettacolo si tratta: siamo diventate il mezzo per rendere manifesta l’esibizione di alcuni professionisti. Attorno alla violenza sulle donne gira un meccanismo che è fatto di potere e soldi. A chi interessa veramente che non ci siano più vittime? Alle vittime e basta. Solamente chi vive questo calvario, vorrebbe spezzare l’infame catena.
di Ambra Sansolini
Le molestie sessuali sono state riconosciute come forma di violenza. È quanto accaduto al regista americano Weinstein. Il caso, iniziato attorno all’ex produttore di Hollywood, ha avuto un’eco oltreoceano fino ad arrivare nella nostra penisola. A seguito delle verità denunciate coraggiosamente da Asia Argento, sono state numerose le attrici e le show girl anche italiane, che hanno deciso di raccontare abusi e ricatti sessuali subiti nel mondo dello spettacolo. Una continua mercificazione del corpo femminile, che declassa in maniera mortificante tutte le altre qualità possedute da una donna. Un pregiudizio sociale al quale non è sfuggita alcuna : per diventare una star, devi starci. Questa l’equazione vincente per arrivare a carriere ambite e magari per coronare il sogno di una vita. Un diktat che ha costretto le vittime al silenzio, onde evitare le accuse disumane di chi da fuori era pronto a puntare il dito su di loro più che sul carnefice. “Però ci stava”, “piaceva anche a lei”, “l’uomo, si sa, è cacciatore”, “spetta alla donna rifiutare le avances”.
Leggi tutto “Le molestie sessuali e il coraggio delle donne”