Le lettere anonime: una nullità o stalking?

Lettere anonime: una nullità o stalking? Perché alcuni stalker anonimo sono stati condannati e di altri invece, l'Autorità giudiziaria non si è neppure sforzata di risalire all'identità?

Il prefisso della Romania è +40

 

3

4

I francobolli della Romania

5

6

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Riportiamo di seguito le lettere “anonime” ricevute da Agnese nell’arco di sei mesi. Agnese è la protagonista del romanzo “Su ali di farfalla”, nome di fantasia che abbiamo dato alla ragazza ascoltata, la cui storia di violenza è stata dettagliatamente narrata nel libro. Per dare fedeltà al nostro lavoro, mettiamo in questo articolo le foto delle prove documentali della grave forma di stalking subita dalla giovane donna, reato tuttavia non riscontrato dall’Autorità giudiziaria.

Il 22 settembre 2016 la fanciulla riceve sul suo cellulare un SMS proveniente da un’utenza rumena, che fa riferimento alla fine di un rapporto con un uomo. Sarà solo l’inizio di una persecuzione che durerà ben sette mesi.

  1. Nella prima missiva, che riporta un francobollo dell’Italia con timbro postale illeggibile, a essere colpito indirettamente è stato un famoso allenatore della Serie A. La frase “è moscio” venne pronunciata durante una trasmissione sportiva televisiva da Agnese. L’intento palese è quello di denigrare e diffamare la ragazza per una gaffe fatta in TV. La lettera è trovata dalla stessa ricevente nella buchetta della posta della sua abitazione il 15 dicembre 2016.
  2. Durante il mese di gennaio, Agnese non riceve alcuna epistola anonima, ma trova sul gradino della rampa di scale del suo appartamento una scritta altamente ingiuriosa e diffamante, che va a ledere l’onore e il decoro (evitiamo di mettere la foto del gradino per motivi di censura).
  3. Nel mese di febbraio, precisamente con data riferibile al 20 di detto mese (come riportato dal francobollo, anche se di difficile lettura a causa di una doppia stampa dello stesso), giunge una cartolina anonima, proveniente da Bari e recitante la frase: “con il rosario al collo confessati”. Tali parole vogliono colpire direttamente l’identità religiosa della ragazza attraverso una gravissima forma di violenza morale.
  4.  Sempre nel mese di febbraio, Agnese trova nella buchetta della posta una lettera anonima proveniente addirittura dalla Romania e precisamente dalla città di Dracula situata nella Transilvania, cioè Timisoara. Questa volta l’anonimo persecutore non si è limitato a una frase, ma ha espresso un pensiero. Facendo riferimento alla somiglianza fisica tra la ricevente e Eva Kant, sbeffeggia e colpisce una presunta relazione della stessa con un uomo. Questa volta i bersagli sono la vita privata e i rapporti intimi della fanciulla. La missiva si riallaccia al contenuto dell’SMS  ricevuto a settembre.
  5. Nel mese di aprile, con data sul francobollo 4 aprile e provenienza Verona, rinvenuta lo stesso giorno espresso dal timbro postale nella buchetta della posta della residenza di Agnese (com’è possibile che da Verona una cartolina arrivi a Roma nell’arco della stessa giornata?), l’ennesima cartolina anonima che dice: “eccoti accontentata”. La frase, enigmatica e breve, vuole intimorire e creare ansia nel bersaglio. “Eccoti accontentata” in cosa? A cosa allude precisamente lo stalker?
  6. Nello stesso mese, con data visibile sul francobollo del 20 aprile 2017, ancora un’altra cartolina proveniente da Bologna,  giunta presso l’abitazione della ragazza proprio il giorno del suo compleanno (poco dopo il 20 aprile). Ancora una volta il persecutore ripete: “eccoti accontentata”.

Aspetti psicologici dello stalker anonimo

Lo scopo di qualsiasi stalker è quello di distruggere la vittima. Gli esperti hanno individuato quattro profili dell’offender:
il “risentito”, solitamente un ex partner che vuole vendicarsi per la fine della relazione amorosa. Pensa di avere subito un grave torto e quindi si sente legittimato a punire e a vendicarsi nei confronti della ex moglie o compagna;
il “bisognoso d’affetto”, che invade gli spazi della vittima con vari comportamenti di avvicinamento;
il “corteggiatore impacciato”, incapace di gestire le relazioni, si sente inadeguato rispetto al suo bersaglio;
il “predatore”, spesso mosso da impulsi sessuali. Si eccita davanti alla paura della vittima.
Analizzando gli aspetti psicologici del carnefice persecutore, quando resta anonimo, si tratta di una persona molto vicina all’accusato che fa di tutto per destabilizzarlo con frasi brevi, che riportano a suo dire delle “verità”, che tuttavia si rifiuta di dimostrare. L’aggettivo anonimo deriva dal greco anonimos, composto da an privativo e onoma, che significa nome: pertanto equivale a senza nome e identità, innominato, sconosciuto, ignobile etc. Di solito lo stalker anonimo è spinto da una rabbia cieca e da un’aggressività incontrollata, rivolte verso il destinatario della lettera, che invece viene nominato. L’anonimo deve punire e vendicarsi, perché è convinto di aver subito un torto, che il più delle volte è riconducibile a un rifiuto da parte del bersaglio. La lettera anonima mette così in contatto lo stalker e la vittima. Il primo si sente in diritto di poter scrivere qualsiasi cosa, come se fosse finalmente arrivato il momento per svuotare il sacco delle sue verità, nella rassicurante certezza di non essere scoperto; la seconda inizia a chiedersi chi possa essere per odiarla così tanto. Nonostante il persecutore non si esponga in prima persona, l’azione di scrivere lettere anonime rappresenta in ogni caso un atteggiamento esibizionistico e narcisista: è un modo per dire “ci sono”, “ti sto con il fiato sul collo”, senza tuttavia mostrarsi. Le emozioni alla base di tale reato sono l’odio e l’invidia. L’offender si sente inferiore alla vittima, poiché l’epistola anonima «è l’arma di un impotente, l’occhio di un voyeurista, è l’esternazione di un introverso, l’affermazione di un frustrato, l’esplosione di un’ira repressa, la vendetta di un ossessionato». A caratterizzare il soggetto patologico è la paura. Si tratta di un vigliacco, incapace persino di dar vita alle pulsioni negative che fanno parte della sua personalità patologica.

Clicca qui 

Vai all’articolo sullo stalking 

Quali domande e deduzioni avrebbe dovuto fare l’Autorità giudiziaria?

Nel caso specifico di Agnese, poiché le missive fanno esplicito riferimento anche alla vita privata e alle relazioni della ragazza, probabilmente si tratta di qualcuno che è stato legato a lei da un rapporto sentimentale.
Un SMS e una lettera provengono dalla Romania: la ragazza ha amicizie o altri contatti con soggetti delle su detta nazionalità? No.
Agnese è un personaggio conosciuto all’estero? No.
La ragazza svolge una professione per cui potrebbe avere nemici in paesi stranieri? No.
C’è qualche sospettato, ossia qualcuno che possa avere in odio Agnese? Sì.
I sospettati hanno contatti di qualsiasi tipo con persone provenienti dalla Romania?
La fanciulla ha subito precedentemente altri tipi di violenze da qualcuno? Sì.
Queste sono le prime domande che si sarebbe dovuto fare il Pubblico Ministero per iniziare ad approfondire il caso segnalato.
E ancora: si tratta di un episodio isolato? No.
Riguarda condotte reiterate nel tempo? Sì.
Sono comportamenti che possono alterare la quotidianità di una persona? Spieghiamo meglio: trovare, all’incirca ogni mese, una missiva anonima nella buchetta della posta della propria casa può generare nel ricevente un disagio psico-fisico? Prova paura e angoscia una persona bersagliata in questo modo?
Poi sulle altre indagini possibili: l’Autorità giudiziaria potrebbe approfondire circa la veridicità o meno dei francobolli? Se riscontrasse che i francobolli non sono originali di Poste italiane, chi è che fisicamente entra nel portone dell’appartamento di Agnese? Chi ha possibilità di accedere all’androne del palazzo?
Il Giudice è in grado di far svolgere un’analisi calligrafica dei sospettati? La risposta è sì. Sì, il Giudice avrebbe dovuto chiedersi tutto questo e approfondire, ma non l’ha fatto.
Il Pubblico Ministero, facente parte degli esperti in violenze presso la Procura di Roma, non si è posto neppure una di queste domande. Nonostante abbia ricevuto più segnalazioni e richieste di aiuto da parte delle vittima, ha ritenuto tutto superfluo e irrisorio.

Leggi le cifre sulla violenza

Conclusioni

Ecco che in Italia viene ancora uccisa per mano di un uomo una donna ogni due giorni. Allora perché esortano le vittime a denunciare? La valutazione del Pm e la sua “visione”, la troverete nel prossimo articolo. Vedremo in che modo ha interpretato tutta la questione, per poi giungere alla conclusione che si tratta di fatti irrilevanti. Metteremo a confronto anche simili episodi, in cui un altro Magistrato è risalito all’identità dello stalker anonimo e lo ha condannato. Perché  dunque tale arbitrarietà di giudizio? Cosa c’è dietro la leggerezza con cui si archiviano certi casi? Incapacità di valutazione o altro? D’altronde siamo nel Bel paese…

Per capire cosa è stata costretta a passare Agnese a causa dei buchi della magistratura italiana e delle Istituzioni, leggi il romanzo. 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *