di Cristina Cannas
Introduzione
Ricordiamo che lo stalking non potrà più essere estinto, secondo un emendamento del governo al decreto legge fiscale in commissione Bilancio del Senato, che è relativo proprio a due giorni fa. In ogni caso, abbiamo dato voce alle riflessioni di una donna circa questo “errore-orrore”.
A cosa serve denunciare?
In un contesto in cui nel nostro paese, solo nel 2017, ogni tre giorni viene uccisa una donna, e dove il 90% non denuncia le violenze subite, non solo per paura, ma perché percepisce come “inutile” una denuncia che rimane spesso inascoltata, le modifiche introdotte dalla Riforma Orlando con la legge 103, suscitano in me una profonda indignazione e una severa critica.
Come snellire il lavoro della Magistratura
L’elemento più sconcertante è constatare il perpetrarsi, da parte dell’attuale legislatore, della tendenza insana a ridurre le garanzie di tutela per i cittadini in nome dell’incentivazione di soluzioni stragiudiziali dei processi per reati perseguibili a querela di parte soggetta a remissione.
Lo abbiamo visto con la depenalizzazione di molti reati per svuotare le carceri sovraffollate e lo vediamo ora con un provvedimento che è palesemente contrario alla giustizia: in pratica per risparmiare tempo e soldi nei processi e snellire la macchina giudiziaria completamente inadeguata, invece di migliorarne il funzionamento per esempio col potenziamento del personale, si minimizza la gravità del reato.
La monetizzazione dello stalking
Prendiamo ad esempio l’articolo 162 -ter del Codice Penale, con il quale è stato introdotto l’istituto della estinzione del reato per condotta riparatoria per tutti i reati perseguibili in seguito a formale querela della vittima, come lo stalking.
Caso emblematico che ha suscitato non poche polemiche, è la sentenza con cui il Tribunale di Torino ha condannato uno stalker a risarcire con €1500 la vittima, che ha rifiutato tale cifra. Il reato è stato dichiarato estinto, prescindendo totalmente dalla volontà della vittima, le cui sofferenze morali oltre che fisiche non sono state minimamente tenute in considerazione. È una cosa assolutamente vergognosa oltre che una gravissima mancanza di rispetto della dignità della vittima. Io ritengo che questa interferenza del giudice sulle percezioni della persona offesa sia inaccettabile.
Non capisco quale senso abbia, a questo punto, mantenere lo stalking tra i reati penali se poi tramite un semplice indennizzo, una monetizzazione del danno, di penale non prevede alcuna conseguenza.
L’incostituzionalità della “Giustizia”
Tutto ciò mortifica la capacità di agire in giudizio e il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, che sono garantiti dalla Costituzione, che proprio il legislatore continua a calpestare. In questo caso col pretesto di garantire la celerità dei processi, come fosse normale ottenerla a discapito dei diritti delle persone offese.
Oltretutto ritengo che la possibilità di estinzione del reato, faccia aumentare e non diminuire questo tipo di delitti, in quanto alimenta la sensazione di facile impunità, specie per tutti quelli che potranno economicamente permettersi di pagare, per evitare di sporcarsi la fedina penale. La giustizia viene ridotta a una mera questione economica. Chi non potrà risarcire la vittima, andrà incontro a una condanna penale… Alla faccia dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge.
Questa la vogliamo chiamare Giustizia? Io non credo. Non merita la “G” maiuscola.
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