Naufragio in casa Lazio, che si allontana dal quarto posto e perde contro l’Atalanta. Nello scontro diretto con i bergamaschi, gli undici di Sarri si consegnano all’avversario. Biancocelesti senza idee e personalità, ma soprattutto ancora senza mai tirare in porta. Un digiuno di gol, che va avanti da inizio stagione e ormai sembra essere diventato il vero problema di questa squadra. Appena 25 le reti messe a segno in 22 partite. Da tempo l’allenatore toscano e gli stessi calciatori riconoscono che si fa fatica a riempire l’aerea. Ma qual è la causa di questa ristagnante situazione?
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Una formula che non funziona più
La Lazio sembra la brutta copia della squadra della scorsa stagione, che divertiva e segnava. Cosa non va in questa formula, che non funziona più? Il gioco di Sarri si è fatto prevedibile e il naufragio assicurato. Ma questa è una costante nel calcio: l’avversario ti studia e si adatta alle caratteristiche di chi ha di fronte. Perché il Comandante non fa la stessa cosa? La sconfitta contro l’Inter in campionato e nella Supercoppa Italiana, il pareggio con il Napoli e ora i tre punti, lasciati a Bergamo, hanno messo in evidenza la sofferenza della Lazio nell’affrontare un centrocampo a cinque. Sempre lo stesso copione: basta bloccare i biancocelesti sulle fasce e il gioco è fatto. Ma davvero la responsabilità è solo dell’allenatore?
“Non essere migliorabili” significa anche essere prevedibili
La Lazio è l’unico club di serie A a non avere fatto acquisti nel calciomercato di gennaio. Le dichiarazioni del Presidente Lotito sono state chiare : “la squadra non è migliorabile”. Il guaio, però, è quanto sia divenuta prevedibile. L’innesto di un centrocampista e un esterno di valore avrebbe portato quella sferzata di novità, che forse manca agli undici di Sarri. Il calciomercato serve proprio a questo: colmare lacune e fornire nuovo carburante al gruppo. La sensazione che si ha, guardando la Lazio giocare, è l’assenza di fantasia nella costruzione delle azioni. Manca quel pizzico di imprevedibilità , che solo un campione può dare.
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Che fine hanno fatto i trascinatori della Lazio?
Luis Alberto, il Mago, ha perso la sua bacchetta magica. Il genio di Anderson è stato più una lampada spenta che accesa. Zaccagni ha affrontato una stagione con una serie di infortuni, uno dietro l’altro. Immobile, come un re leone, non ha mai lasciato il trono, ma tuttavia resta evidente la sua mancata forma fisica e psicologica. Senza l’aiuto dei suoi marinai migliori, ecco il naufragio.
Conclusioni
Se quella ventata di fantasia non è arrivata dall’acquisto di calciatori di spessore, resta solo all’allenatore l’arduo compito di rinnovare il gioco con gli atleti a disposizione. Che poi la soluzione sia cambiare modulo o comunque lasciare i giocatori più liberi di esprimersi sul campo, questa decisione spetta solo a Sarri. Nessun Comandante lascerebbe naufragare così la sua nave, proverebbe comunque a cambiare qualcosa. Anche se l’imbarcazione è stata progettata male e qualche marinaio pensa più a scappare, che a risolvere. Insomma, quando si affonda, resta più semplice fuggire e scaricare le colpe agli altri. Ma questa nave ha una storia di 124 anni, si chiama “S.S. Lazio” ed è l’orgoglio di un popolo, che merita rispetto.