Donne: vittime e carnefici per amore

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

L’amore porta le donne a essere vittime. Più raramente carnefici. Cosa spinge una creatura femminile a voler distruggere un’altra simile? Solo l’amore è la porta di ingresso che apre la strada a situazioni pericolose?
Per capire meglio questi drammi, prenderemo in esame le tragiche storie di Sarah Scazzi e Rossana D’Aniello.

L’amore: un sogno tutto al femminile che mette a nudo le nostre fragilità

Nei casi di femminicidio, compiuti da un uomo, l’amore è il laccio con il quale intrappolare la donna. Il più nobile sentimento umano diventa così la maschera preferita dall’aguzzino. Tutto ciò è facilmente attuabile perché esso trova sede soprattutto nel cuore femminile. Sono le donne a crescere fin da bambine con questo sogno, fatto di passione e dedizione. Troppo spesso bisognose di accettazione e cura, l’impellente desiderio di essere amate le trascina in relazioni tossiche, che possono rivelarsi addirittura letali. Per lo stesso motivo, anche se molto più raramente, arrivano a indossare i panni dell’assassino, agognando la distruzione di un’altra donna.

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“Denunciate” e poi chi crede a quelle donne?

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Ovunque sentiamo dire alle donne di denunciare le violenze. Ma ai fatti, la maggior parte delle denunce viene archiviata. Tutto ciò è stato vissuto dalla protagonista del nostro romanzo, Agnese, che ha sporto ben cinque denunce per stalking senza alcun riscontro da parte dell’Autorità Giudiziaria. Come migliaia di altre vittime, è stata lasciata sola. Pur non essendo stato possibile inserire nel romanzo tutti i dettagli del suo atroce racconto, ci teniamo a illustrarli al nostro pubblico. Perché è ora che tutti sappiano cosa avviene nella magistratura italiana.

Ciao Agnese, siamo di nuovo qui

Per me è sempre un piacere. Spero solamente che la mia testimonianza apra gli occhi alla gente e risvegli la coscienza di chi dovrebbe tutelare le donne vittime di violenza.

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“Su ali di farfalla” e quella verità agghiacciante

 

di Ambra Sansolini

 

Introduzione

“Su ali di farfalla” può essere definito un romanzo-verità non solo perché narra una storia di violenza realmente accaduta, ma perché fa luce su alcuni punti che i media non fanno mai venire fuori. Non illude le donne vittime di violenza, facendo credere che esistano soluzioni immediate a questa piaga sociale. Tuttavia, pur illustrando una situazione piena di ostacoli, lancia un messaggio positivo e di speranza. Dobbiamo quindi fare un passo indietro e chiederci: chi ha interesse a non dirci la verità? E perché?

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Analisi e riflessione sugli eventi per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

 

di Ambra Sansolini

Introduzione

Nella settimana relativa alla  giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in sei giorni, ho avuto modo di prendere parte a quattro convegni. Il 20 Novembre quello sulla violenza psicologica, tenutosi ad Anzio; il 24 Novembre il tavolo tecnico “Violenza infinita”,organizzato dal Consiglio regionale del Lazio e dall’A.I.D.E. Nettuno Provinciale Lazio; il 25 Novembre l’evento a Tavullia (PU) “Liberati dalla violenza”, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili, Cristina Cannas, Valentina Barberini e Mattia Messina; sempre nella stessa giornata, l’incontro a Riccione con l’Associazione antiviolenza e antistalking “Butterfly”. Tra i vari interventi dei professionisti, si è fatto il punto sulla situazione in Italia e soprattutto sono state delineate delle coordinate per riconoscere i primi segnali di un rapporto violento e gli strumenti per uscirne. Da ciò è emerso il dramma della solitudine e dell’abbandono della vittima, a seguito della denuncia-querela.

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Il suicidio delle vittime: le morti silenziose

 

di Ambra Sansolini

Il suicidio delle donne vittime di violenza, fa parte di una lista nera. Mentre i mass media veicolano ogni giorno notizie sul femminicidio, delle donne che si uccidono a seguito delle violenze subite, nessuno ne parla. Perché questo silenzio?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità : effetti letali della violenza di genere

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S) nel 1947 ha definito la salute come “stato di benessere fisico, psichico e relazionale”. Qualora uno di questi tre elementi venga alterato, si può parlare di “malattia”.

Da un rapporto pubblicato dall’OMS, in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine e la South African Medical Research Council, la violenza contro le donne è definita come “un problema di salute di proporzioni globali enormi”. Gli effetti causati da tali abusi sono morte e lesioni; depressione; abuso di alcol; malattie sessualmente trasmissibili; gravidanze indesiderate e aborti.

Come si arriva al suicidio?

Secondo i dati diffusi dall’ “Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna”, le donne che hanno subite più violenze dal partner, hanno riferito la perdita di fiducia e autostima, sensazione d’impotenza (44,5%), disturbi del sonno (41%), ansia (36,9%), depressione (35,1%), difficoltà di concentrazione (23,7%), dolori ricorrenti in tre diverse parti del corpo (18,5%), difficoltà a gestire i figli (14,2%), idee di suicidio e autolesionismo (12,1%). La paura, l’angoscia e lo stress associato agli abusi da parte dell’ex o del compagno, possono portare a problemi di salute cronici quali mal di testa o dolori alla schiena, sintomi di svenimento, disturbi gastrointestinali e cardiaci, come ipertensione e dolore precordiale.

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La violenza economica : un altro abuso invisibile

di Ambra Sansolini

Una forma subdola di violenza

La violenza economica, come quella psicologica, è difficile da individuare. Non lascia tracce visibili o prove eclatanti, per cui è complicato riconoscerla anche da parte delle vittime.

Vedi anche

In quale ambito sociale si compie

Tale fenomeno avviene all’interno del nucleo familiare. E’ espressione dell’abuso di potere da parte del coniuge o compagno. Un’analoga forma di assoggettamento, la troviamo nel mondo del lavoro. Infatti la famiglia, non è che il microcosmo della società.

Chi è il carnefice

La violenza economica è perpetrata dall’uomo, nel ruolo di marito o compagno. Ciò è riconducibile al sostrato storico e culturale, che lo associa alla figura del “pater familias”.

 

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La violenza psicologica : i segni invisibili dell’anima

di Ambra Sansolini

Pregiudizi sociali

La violenza psicologica è ancora poco conosciuta. Quante volte abbiamo sentito dire : “Perché, se la picchiava, non l’ha lasciato?” Oppure: “In fondo se l’è cercata!” Queste sono solamente alcune delle frasi più diffuse tra la gente comune.

La giusta domanda da porsi, sarebbe invece : “Perché la donna non reagiva alla violenza subita?” La risposta la troviamo nella violenza psicologica, che prepara il terreno a quella fisica.

Cos’è la violenza psicologica

Il tratto peculiare di questo tipo di violenza, è l’invisibilità dei danni che cagiona. Riguarda sia l’ambito familiare che quello lavorativo (sfociando poi nel mobbing). In essa rientrano le umiliazioni, le denigrazioni, le accuse calunniose e diffamanti, tutti i tipi di coercizione, il ricatto, il silenzio usato ad hoc, le offese e la provocazione continua. Si manifesta con azioni e omissioni.

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La violenza in numeri : quando a parlare sono le cifre

di Ambra Sansolini

La violenza di genere non si arresta : i numeri sono eclatanti.

Secondo l’ANSA, oltre cento donne ogni anno, in Italia, vengono uccise da uomini : compagni/mariti, ex compagni/ex mariti. Innumerevoli le violenze quotidiane che sfuggono alle statistiche : si tratta delle vittime che non ricorrono alle denunce. Si stima, secondo l’Istat, che siano circa 7 milioni quelle che nel corso della propria vita, hanno subito una forma di abuso. Il femminicidio non ha età, né classe sociale :  riguarda le giovanissime (15 anni) così come le signore anziane ( 70 anni e oltre), casalinghe,  libere professioniste, impiegate etc.

Nel 2017 la media è sconcertante : una donna uccisa ogni tre giorni. Nella maggiornaza dei casi, la tragedia si consuma all’interno dell’ambito familiare.

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